In realtà ho pensato molto a cosa farei se ci fosse una guerra, a prescindere dal sogno.
Non è per niente una domanda facile.
La "combatterei" scappando dalla città e cercando di creare una rete di mutuo aiuto (o di unirmi a quella che, spero, nascerebbe).
È stata una notte bizzarra.
Stanotte ho fatto un sogno. Quasi un incubo, ma era realistico, non spaventoso. Solo pesante.
C'era una guerra e la leva prendeva anche me e i miei amici. Dopo le visite, ci facevano partire per posti diversi.
In tutto il sogno la guerra non l'ho vista, ma c'era. Era imminente, sarebbe arrivata dopo il viaggio.
Mi chiedevo come fosse realmente, ma in ogni fase, per fortuna, pensavo a disertare.
Non sparerò mai a nessuno, lo sa anche il mio subconscio.
https://invidious.fdn.fr/watch?v=rya6935J-u0
@5dfce5e3 Le testate purtroppo non se ne stanno più occupando, con poche eccezioni. La battaglia va avanti da più di cento giorni, ci sono stati nuovi sviluppi.
@79fdf2c0 no, c'è stato un incontro con l'azienda (senza lavoratori presenti) in cui non si è combinato niente. Nel senso, l'azienda ha deciso di non spostarsi di un millimetro.
@be41a84f intenzionalissimo, con "sfuggito di mano" intendo che è ridicolo e potenzialmente dannoso. Tra l'altro, purtroppo, scommetto che sarà un trend duraturo.
Cronache dalla distopia noiosa: Mondo Convenienza mi ha bloccato su Instagram.
Se lə social media manager sapesse che il video sta girando anche sul Fediverso...
@7acc6786 i social però sfruttano il meccanismo umano e lo trasformano in prodotto. Non mi stupisce, ma dobbiamo prenderne coscienza. Dobbiamo evolverci.
@616510b7 dovrebbe passare il messaggio che è possibile essere sani senza addominali a vista, ma anche non sani con gli addominali a vista.
Hai ragione, dobbiamo rimuovere la performance dal benessere.
@b9a74cd0 il vasetto richiama gli yoghurt greci ed è messo negli stessi scaffali, ma è di fatto un budino mollo.
Non sono esperto di food design, ma sarei pronto a scommettere che è un prodotto con più proteine (che sono facili da aggiungere) ma nettamente più economico da produrre, per ingredienti e procedura.
@70f42a58@32e2367f sì. In Liguria vedo tanti ragazzini scolpitissimi. Poi li vedo che comprano questi prodotti (e li sento parlare di integratori).
Servono nuovi anticorpi.
Condivido qui un video fatto da un mio amico sulla situazione di Mondo Convenienza.
Su TikTok: influencer pagati fanno balletti per promuovere Mondo Convenienza.
Nel mondo reale: la polizia manganella i lavoratori di Mondo Convenienza, che manifestano da più di 100 giorni chiedendo di non essere sfruttati.
Ironicamente, questo video è stato rimosso da TikTok in quanto "contenuto violento".
https://cdn.masto.host/livellosegretoit/media_attachments/files/111/073/638/288/278/551/original/5350250ccac3106b.mp4
@6c89f6d1 ti dicono di mangiare 150-200 g di proteine al giorno. Sono un'enormità e senza integratori mi sembra quasi impossibile.
Basterebbero legumi e una dieta equilibrata, ma l'equilibrio e la moderazione non si vendono bene.
@32e2367f la Dukan c'è da molto più tempo. Questo aumento, secondo me, è legato alla popolarità degli account degli influencer del fitness (e al fatto che su Instagram se non sei scolpito sei un fallito)
Ieri ero in un noto supermercato a Milano e ho notato come il fenomeno dei cibi "proteici" ci sia sfuggito di mano.
Interi scaffali, prodotti con scritto "high protein" in grande, addirittura una sezione dedicata.
Sorvolando sul fatto che sono al 90% roba processata con la buzzword del momento...
Datemi pure del paranoico, ma penso che questi siano gli effetti dell'ossessione per il fitness (prettamente estetico) che impera su Instagram e TikTok.
Un fenomeno inquietante.
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Mi piace allenarmi, alle proteine faccio caso e ne mangio parecchie (spoiler: le proteine sono ovunque).
Non mi interessa fare puffo Naturone che dice di mangiare solo legumi, grani integrali e verdure a foglia verde. Che fa benissimo, certo, ma non scadiamo nell'ortoressia.
Voglio solo dire che gli effetti della pervasività di Instagram e TikTok sono potentissimi e sottolineo la comicità delle "innovazioni" del capitalismo.
Voglio un futuro con più diritti, non con più addominali.
@6113013b@24168714 Concordo con Oloturia.
Riguardo ai compromessi, penso che sia a portata il cambiamento. Nel senso: rispetto a 10-15 anni fa lo stato del mondo e di internet è ben diverso e nettamente più distopico.
Alcune delle argomentazioni del software libero, che fino a un po' di tempo fa sembravano delle "fisse da estremisti idealisti", iniziano a essere cruciali.
Abbiamo davanti una battaglia culturale che possiamo vincere, secondo me.
@422c864b Vero, mi sono espresso male. Unreal è open, ma è in mano a Epic. Non sono esperto di licenze: cosa vieta a Epic di cambiare la clausola della licenza d'uso, facendo una mossa simile a quella di Unity?
Domanda non retorica, chiedo proprio per sapere.
@a9f5201c Godot, esatto.
E se anche il livello non fosse esattamente lo stesso, il fatto che sia realmente open lo rende superiore. Qualunque investimento dovrebbe essere fatto lì, secondo me.
In tutta la bufera su Unity, che ha fatto una mossa avida da azienda privata, la cosa che mi stupisce di più è chi consiglia Unreal come alternativa, anche tra persone rispettabilissime del mondo dei videogiochi.
Per carità, Unreal è fighissimo, ma non è open source ed è in mano a un'azienda privata, esattamente come Unity. Quello che sta succedendo ora su Unity potrebbe succedere tra un anno su Unreal.
Usare software open source e supportare l'ecosistema è una questione di LUNGIMIRANZA.
@5c66180a Su questo non posso che applaudire, ripeto.
(io pensavo, per esempio, a Nero, che si muove molto bene, sulla comunicazione)
Però capisco il tuo discorso di usare il marketing come veicolo di messaggi positivi nell'ottica di una realtà come quella che mi descrivi. Fuffa? Sì. Spreca carta? Sì. Ma la sua dannosità va messa in prospettiva. Il discorso che fai lo capisco con una casa editrice italiana, non con una multinazionale.
@5c66180a Questo è tutto bellissimo, per me. Tantissima stima.
E ci sono anche aziende letterarie che divulgano idee che amo e che stanno facendo un lavoro eccezionale sul fronte del marketing. Lì posso solo applaudire.
La differenza che vedo è tra il titolare meloniano, ma che ha un business non dannoso per la collettività, e realtà che sono oggettivamente nocive per tutto il pianeta.
C'è una differenza tra incentivare alla lettura e al consumo di infinite lattine di Red Bull.
@5c66180a Sono d'accordo su tutto, ma non sui "compagni di letto" che ci troviamo.
Questi discorsi sono difficili perché necessitano di molte sfumature. Vedo realtà che, pur muovendosi come aziende, portano avanti un discorso etico, o comunque hanno finalità che possono senza dubbio essere veicolo di cambiamenti positivi.
Altre no. Faccio di nuovo l'esempio di McDonald's, perché è emblematico, nella sua malvagità. Con realtà di quel tipo, a mio avviso, abbiamo infinitamente più da perdere.
@5c66180a La parola chiave è "capitalismo", come al solito (e purtroppo, aggiungo). Viviamo in un mondo molto diverso da quello di vent'anni fa, in gran parte a causa di internet e dell'iperconnettività. Cose che nel 1990 erano tollerabili o archiviabili a un "così va il mondo", oggi sono insostenibili.
Penso che, visto che nel capitalismo ci viviamo, sarà sempre più difficile, se non impossibile, fare cultura (o cose significative e non "di consumo") senza evadere dalle sue logiche.
@5c66180a Faccio molta fatica.
Vedo quella pubblicità e non penso che sia un veicolo di integrazione, ma solo uno specchio di alcuni valori della società, quelli più "vendibili". Forse ti ho frainteso, ma intendi che una pubblicità come quella possa essere vista come un passo avanti, in quanto incorpora alcuni valori che ci stanno a cuore?
Perché, nel caso, io dico che dobbiamo trovare altri modi.
McDonald's è un buon esempio, perché ha un impatto ecologico enorme (e pure etico, aggiungo io).
@5c66180a
Il marketing è un campo affascinante e contiene delle lezioni e delle intuizioni che a mio avviso sarebbero importanti, se messe al servizio del cambiamento.
Io non lo odio, ma lo guardo con sguardo critico. Nessuno mi ha detto che è il male, ma vedo nell'incentivo di determinati consumi un problema collettivo. Esempio banale, ma per me è molto difficile non vedere le attività di marketing di McDonald's come un problema concreto in ottica ambientale.
@5c66180a Detto questo, ribadisco e chiarisco: mettere in discussione determinati aspetti del marketing non equivale a mettere in discussione la dignità di chi col marketing ci lavora.
Penso, anzi, che tra chi lavora nel marketing e nella comunicazione (due cose distinte, ma con mille sinergie) ci siano persone con abilità che saranno cruciali, in futuro e nell'immediato.
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