@5c66180a Sono d'accordo su tutto, ma non sui "compagni di letto" che ci troviamo. Questi discorsi sono difficili perché necessitano di molte sfumature. Vedo realtà che, pur muovendosi come aziende, portano avanti un discorso etico, o comunque hanno finalità che possono senza dubbio essere veicolo di cambiamenti positivi. Altre no. Faccio di nuovo l'esempio di McDonald's, perché è emblematico, nella sua malvagità. Con realtà di quel tipo, a mio avviso, abbiamo infinitamente più da perdere.
@b8ae8ee5 Mi sembra uno di quei casi in cui vale la pena vantarmi: sono la causa del successo di alcune aziende letterarie odierne. Addirittura per una, con un mio cliente, ho gestito tutta la comunicazione io per anni, portando avanti un piano editoriale fatto di schwa, pride, inclusione che ha costituito il suo piano editoriale per ANNI. Il titolare è un meloniano contro il RdC. Io sono una persona estremista, però usare i soldi degli altri per la mia propaganda, bè, insomma. Mi sta bene.
@5c66180a Questo è tutto bellissimo, per me. Tantissima stima. E ci sono anche aziende letterarie che divulgano idee che amo e che stanno facendo un lavoro eccezionale sul fronte del marketing. Lì posso solo applaudire. La differenza che vedo è tra il titolare meloniano, ma che ha un business non dannoso per la collettività, e realtà che sono oggettivamente nocive per tutto il pianeta. C'è una differenza tra incentivare alla lettura e al consumo di infinite lattine di Red Bull.
@b8ae8ee5 No keno, tu pensi che letteratura = lettura = cultura. Pubblica merda di influencer e cagate demagogiche. Fuffa. A volte direttamente truffe e sistemi di truffa. Dannoso è dannoso. Spreca pure un sacco di carta secondo me. Il punto è che questa roba la farebbe comunque, senza di me e con dei ragazzini come collaboratori che sperano di arrivare ad avere l'assegno a fine mese. Quindi tanto vale approfittarsene e tirarne fuori il positivo, prima dell'inevitabile morte.
@5c66180a Su questo non posso che applaudire, ripeto. (io pensavo, per esempio, a Nero, che si muove molto bene, sulla comunicazione) Però capisco il tuo discorso di usare il marketing come veicolo di messaggi positivi nell'ottica di una realtà come quella che mi descrivi. Fuffa? Sì. Spreca carta? Sì. Ma la sua dannosità va messa in prospettiva. Il discorso che fai lo capisco con una casa editrice italiana, non con una multinazionale.