@fa1803a8 presente il pomodoro, ma è un ingrediente abbastanza comune nei brodi. Se ne ho uno un po' vecchio ce lo butto dentro.
I tre ingredienti misteriosi non sono verdure.
Ok, ho fatto un esperimento alchemico e ho finalmente raggiunto il mio brodo vegetale dei sogni (e con una ricetta zero sbatti).
C'è un ingrediente inusuale nella cucina italiana dei brodi (ma non in quella francese).
Un ingrediente che viene da lontano ma è spesso impiegato nella cucina vegetale.
Uno ASSOLUTAMENTE BLASFEMO.
Chi li indovina tutti e tre vince un invito a cena.
(Sembra brodo di manzo, giuro)
#kenoVeg
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@6bc64100 io penso direttamente che la rete di solidarietà non dovrebbe nemmeno essere la famiglia (che è una splendida unità, ma deve essere un atomo, non una molecola a sé), ma la comunità.
Questo sogno non la avrei mai raccontato su Instagram.
Da un lato, è una piattaforma dove non si parla di vulnerabilità, perché non si fa e perché quei contatti sono solo migliaia di sconosciuti che commentano così: 🔥🔥🔥
Dall'altro perché la mia dimensione intima è mia. Svenderla come content mi pare inaccettabile.
Zuck potrà avere una foto di un concerto, ma la mia vulnerabilità no.
Non è stato un incubo, né un sogno allegro.
Mio padre che guidava con mani sicure mentre ascoltavamo il Guglielmo Tell di Rossini è uno dei miei ricordi di infanzia più cari.
Era la sicurezza. Ci pensava lui.
Lo so da tanto tempo che quella sicurezza non c'è più. Non penso che il mio subconscio stia rigirando il coltello nella piaga.
Penso più che, in maniera violenta ma incisiva, mi stia ricordando che è esistita.
È un bel pensiero.
Grazie subconscio.
(e wtf al cybertruck)
@debf7136 io chiedo sempre, gentilmente. E non è mai un problema.
Quando sono nella posizione opposta, però, sono io a fare cenno a chi cerca. Concordo, dobbiamo abbattere le barriere umane.
Cerco sempre di vedere il lato buono dell'umanità, anche perché sono convinto che l'egoismo sia provocato dalle ingiustizie e dalle disparità, ma...
La gente che vede il treno pieno con la gente che cerca posto e continua a occuparne uno in più con zaini o borse mi fa veramente schifo.
Ottima metafora della distribuzione delle ricchezze nel mondo.
@869c74ed Sta succedendo ora su X, ma succede già da anni anche su altre piattaforme.
Facebook è stato usato per l'ascesa dell'alt right americana, per la brexit, per Salvini.
Ma non solo: instagram propone un'idea precisa di corpi accettabili (femminili e maschili), incensa una certa idea di meritocrazia e in generale promuove l'idea più insidiosa di tutte: che il successo è qualcosa di individuale. E con esso anche il fallimento.
@5728cdec Sono senza dubbio in prima linea. Sono anche una delle categorie più importante per questa battaglia.
Da un lato dobbiamo fare cultura, parlare, frequentare i loro spazi. Io ho iniziato a fare momenti di dibattito prima dei concerti. Sta dando buoni risultati!
Poi dobbiamo spostare il baricentro, popolando il fediverso con cose belle e interessanti (interessanti anche per loro!).
Ci attende una battaglia culturale. La vinceremo con azioni di guerriglia!
@a0417b5b Grazie! Vorrei raggiungere il pubblico che frequenta i nostri spazi (autogestione, autoproduzioni, etc.), ma anche quello che non li frequenta.
Secondo me c'è tanta insoddisfazione e frustrazione anche tra chi non ha mai badato a questi i temi.
Non ho mai sentito nessun dirmi "Instagram mi fa stare bene".
Finalmente ho trovato il tempo di avviare il mio blog su LOG.
https://log.livellosegreto.it/kenobit/
Il primo post è la intro della zine sul Fediverso di cui vi ho parlato ieri.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
@1e248820 sono molto colpito da quanto sia pedonale la città e da quanto mi sembri coesa la rete sociale (cosa che mi aveva colpito anche a San Benedetto del Tronto).
@5179f6af io amo "rivistina". È simpatico e suona bene.
Parlo di "zine" solo con chi è già nel giro delle autoproduzioni e ha presente il concetto.
Chi non ne ha mai sentito parlare pensa subito alle zinne e il discorso parte più sull'umorismo che sulla sovversività del medium.
Questi giorni di spostamento in treno mi hanno finalmente dato il tempo e la concentrazione per un progetto al quale penso da mesi.
Una zine, una minirivistina per sottolineare i problemi dei social e divulgare l'idea di Fediverso anche a chi non sa ancora che esiste.
Un testo rapido e semplice, che dissipi un po' di confusione e offra a più gente possibile un punto di accesso.
Tutto creative commons e gratis. Inviterò chiunque abbia distro/zine a copiarla/stamparla/diffonderla.
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@f257dc04 concordo. Ieri quelle parole hanno fatto molti giri su Instagram. Mi fa piacere e sono felice di averle scritte perché tendono a portare gente qui, ma come mai hanno fatto tutti quei giri? Perché le ho adattate a linguaggio di Instagram.
Non a caso, i commenti sotto il post sono stati solo... commenti, non discussioni.
Instagram è un contenitore e come tale plasma i contenuti.
A chi mi chiede "che fare?" dico sempre che dobbiamo riprenderci i nostri luoghi di confronto.
Oggi operano di nuovo mio padre. Tecnicamente è una cosa tranquilla (un pacemaker) e abbiamo il privilegio di poter fare l'intervento senza aspettare mesi, mala strizza ce l'ho lo stesso.
La verità è che sono così preoccupato per la sua salute, da così tanti anni, che la preoccupazione è diventata quasi routine.
Che dura essere adulti.
@a9f5201c@611d99f1 Beh, ma io nell'aumento dei consumi inutili non vedo un instupidimento della gente, ma gli effetti di mezzo secolo di pubblicità sempre più pervasiva.
@611d99f1 parlo di peggioramento del potere d'acquisto e della sicurezza. Mio padre, con una carriera paragonabile alla mia, ha avuto modo di fare cose che io non potrei nemmeno sognarmi.
Non parliamo di mio nonno, che con un lavoro solo (orologiaio) poteva mantenere moglie, figlia e comprare una casa.
Mi riferisco solo alla situazione economica e lavorativa.
@65a01d0f Cito spesso la Vaporwave per motivi analoghi (ma diversi). Nella vapor vedo un numero limitatissimo di artistǝ che hanno avuto un'intuizione splendida e provocatoria.
Poi è arrivato il meme ed è tutto stato banalizzato in chiave nostalgica, con lo stesso stilema riproposto alla nausea.
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