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 Ultimamente su Instagram tento di fare egemonia culturale, con l'obiettivo non troppo velato di seminare il dubbio e di attirare le persone insoddisfatte dal suo sistema (e sono tantissime!) verso questi lidi.

Ironicamente, sono "contenuti" che si rivelano molto popolari. C'è una crudele ironia nel fatto che anche le parole più critiche possano diventare funzione del profitto, sulle piattaforme.

Per il momento, però, credo che valga la pena seminare il dubbio.

Tema: la nostalgia.
(segue)

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 @b8ae8ee5 finché l'algoritmo non capisce lo sputtanamento, considera che segnalo spam plateali e la risposta è: ci dispiace non abbiamo avuto tempo per guardarci 
 @b8ae8ee5 per me diventa tutto estremamente frustrante e stressante. Cogliere sentimenti e parole chiave, fare leva e coinvolgere persone che suppongono o credono di fare attivismo con le grafichette graziose. Mi sento sopraffatta dalla ricorsività di modi e contenuti e ho paura di non essere più capace di generare idee mie, critiche, utili a me stessa per cambiare e crescere.
Tuttɜ vogliono educare ma chi impara?