@5c66180a Detto questo, ho delle riserve su decine di aspetti e di lavori del mondo attuale. Per questo motivo, guardo con sguardo critico le strutture della società, ma non chi all'interno di queste strutture lavora. Anche perché, altrimenti, punterei il dito contro me stesso, contro mia moglie e contro il 90% delle mie persone care. Quello che rivendico è lo sguardo critico.
@b8ae8ee5 Infatti personalmente il mio problema è nel rischio, siccome il senso critico di massa è in declino, di scaricare il barile anche su chi non c'entra niente, perché viene inglobato nelle definizioni demagogiche. Non facciamo gli ipocriti: la maggior parte della gente non ha una stracazzo d'idea di cosa sia il marketing, però lo odiano perché gli dicono che è male. Stesso il gossip: secondo me finché è innocente che problema c'è? Annamaria Serturini si sposa, è gossip, mi fa piacere.
@5c66180a Il marketing è un campo affascinante e contiene delle lezioni e delle intuizioni che a mio avviso sarebbero importanti, se messe al servizio del cambiamento. Io non lo odio, ma lo guardo con sguardo critico. Nessuno mi ha detto che è il male, ma vedo nell'incentivo di determinati consumi un problema collettivo. Esempio banale, ma per me è molto difficile non vedere le attività di marketing di McDonald's come un problema concreto in ottica ambientale.
@5c66180a Detto questo, ribadisco e chiarisco: mettere in discussione determinati aspetti del marketing non equivale a mettere in discussione la dignità di chi col marketing ci lavora. Penso, anzi, che tra chi lavora nel marketing e nella comunicazione (due cose distinte, ma con mille sinergie) ci siano persone con abilità che saranno cruciali, in futuro e nell'immediato.
@b8ae8ee5 Sì, ma no. Nel senso. Purtroppo devi dividere (ed è molto difficile) l'obiettivo dei corporativi da quello di chi fa marketing. Esempio banale? Dai, sì. Vero, il marketing del mcdonald's è, soprattutto oggi, puro e semplice consumismo. Tuttavia è proprio tramite il marketing e la comunicazione di massa, che viene fatta con fini INFAMI, che la socializzazione secondaria riesce a penetrare anche nei contesti più disagiati e fobici. Un esempio? https://youtu.be/3Wmpe98ZThQ?si=WWHvo2L6KonA9Yvd Riguardo stampa:
@b8ae8ee5 (continua da prima) la stampa "generalista" e major ragiona da azienda capitalista: ha un fatturato da rispettare. Alcuni sono persino quotati in borsa. Sta a delle leggi di mercato. Questo però porta anche un altro punto: la creazione di uno spazio di nicchia. Le realtà minori e indie fioriscono proprio all'ombra dell'insoddisfazione di queste riviste. Ricordate quando TGM era rilevante? Ecco, era un periodo quasi tragico per i "piccoli". Non esistevano. Oggi invece ce n'è bisogno.
@5c66180a La parola chiave è "capitalismo", come al solito (e purtroppo, aggiungo). Viviamo in un mondo molto diverso da quello di vent'anni fa, in gran parte a causa di internet e dell'iperconnettività. Cose che nel 1990 erano tollerabili o archiviabili a un "così va il mondo", oggi sono insostenibili. Penso che, visto che nel capitalismo ci viviamo, sarà sempre più difficile, se non impossibile, fare cultura (o cose significative e non "di consumo") senza evadere dalle sue logiche.
@5c66180a Faccio molta fatica. Vedo quella pubblicità e non penso che sia un veicolo di integrazione, ma solo uno specchio di alcuni valori della società, quelli più "vendibili". Forse ti ho frainteso, ma intendi che una pubblicità come quella possa essere vista come un passo avanti, in quanto incorpora alcuni valori che ci stanno a cuore? Perché, nel caso, io dico che dobbiamo trovare altri modi. McDonald's è un buon esempio, perché ha un impatto ecologico enorme (e pure etico, aggiungo io).
@b8ae8ee5 Assolutamente dobbiamo trovare altri modi, ma nel mentre non possiamo tapparci gli occhi a ciò che ci circonda ORA. LS, Mastodon sono roba per drogati per il "popolo". Le masse, i tecnofobici, non sono qui, gli omofobi non sono q... no, questo no. Insomma, per raggiungere i pigri e gli intolleranti, solo questi mezzi infami puoi usare, perché sono quelli che in nel capitalismo hanno i mezzi. Prendiamo i mezzi, creiamoli, ma sfruttando le regole del giochino invece di demonizzarle.
@5c66180a Sono d'accordo su tutto, ma non sui "compagni di letto" che ci troviamo. Questi discorsi sono difficili perché necessitano di molte sfumature. Vedo realtà che, pur muovendosi come aziende, portano avanti un discorso etico, o comunque hanno finalità che possono senza dubbio essere veicolo di cambiamenti positivi. Altre no. Faccio di nuovo l'esempio di McDonald's, perché è emblematico, nella sua malvagità. Con realtà di quel tipo, a mio avviso, abbiamo infinitamente più da perdere.
@b8ae8ee5 Mi sembra uno di quei casi in cui vale la pena vantarmi: sono la causa del successo di alcune aziende letterarie odierne. Addirittura per una, con un mio cliente, ho gestito tutta la comunicazione io per anni, portando avanti un piano editoriale fatto di schwa, pride, inclusione che ha costituito il suo piano editoriale per ANNI. Il titolare è un meloniano contro il RdC. Io sono una persona estremista, però usare i soldi degli altri per la mia propaganda, bè, insomma. Mi sta bene.
@5c66180a Questo è tutto bellissimo, per me. Tantissima stima. E ci sono anche aziende letterarie che divulgano idee che amo e che stanno facendo un lavoro eccezionale sul fronte del marketing. Lì posso solo applaudire. La differenza che vedo è tra il titolare meloniano, ma che ha un business non dannoso per la collettività, e realtà che sono oggettivamente nocive per tutto il pianeta. C'è una differenza tra incentivare alla lettura e al consumo di infinite lattine di Red Bull.
@b8ae8ee5 No keno, tu pensi che letteratura = lettura = cultura. Pubblica merda di influencer e cagate demagogiche. Fuffa. A volte direttamente truffe e sistemi di truffa. Dannoso è dannoso. Spreca pure un sacco di carta secondo me. Il punto è che questa roba la farebbe comunque, senza di me e con dei ragazzini come collaboratori che sperano di arrivare ad avere l'assegno a fine mese. Quindi tanto vale approfittarsene e tirarne fuori il positivo, prima dell'inevitabile morte.
@5c66180a Su questo non posso che applaudire, ripeto. (io pensavo, per esempio, a Nero, che si muove molto bene, sulla comunicazione) Però capisco il tuo discorso di usare il marketing come veicolo di messaggi positivi nell'ottica di una realtà come quella che mi descrivi. Fuffa? Sì. Spreca carta? Sì. Ma la sua dannosità va messa in prospettiva. Il discorso che fai lo capisco con una casa editrice italiana, non con una multinazionale.
@b8ae8ee5 @5c66180a io credo sia un modello editoriale e commerciale usurato e parzialmente vivo grazie alla bolla nerd, non per nulla i portali sopracitati si somigliano un po' tutti, spesso riciclano roba già masticata e digerita da siti anglosassoni e, per tentare di intercettare la bolla sopracitata, finiscono per parlare di film, cartoni o piattaforme che col videogioco hanno poco a che fare i colossi restano, ma mi pare che la coperta sia corta (discorso che si può fare pure per i giornali)