Personale recensione di Parthenope
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Una brutta copia della Grande Bellezza che anziché la maestosa Roma ha come sfondo una Napoli onirica e sfuggente dove alla domanda che cos'è la cosa che ti piace di più al mondo, Sorrentino risponde non con l'odore delle case dei vecchi, bensì con l'agognata fessa della protagonista.
Pellicola ossessiva, estetica e barocca, dalla trama pretenziosa, ma in fin dei conti debole e inconsistente.
Parthenope esageratamente figa e provocante soffoca tutti gli altri personaggi. Chiaramente il regista se ne innamora e perde il filo del discorso dietro le sue curve e i suoi ancheggiamenti.
In sintesi Sorrentino resta un maestro delle inquadrature e dell'estetica, qui urla al mondo che non è frocio, ci conferma che fa un efficace uso di droghe creative, ma ci rivela che è entrato in una parabola artistica declinante.