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 Il programma di osservazione della Terra dell’Unione Europea è invece Copernicus, che raccoglie dati da più fonti: non solo satelliti di osservazione della Terra ma anche stazioni di terra e sensori collocati in aria e negli oceani. Il segmento spaziale del programma Copernicus è costituito dai satelliti Sentinel: si tratta di sette missioni, composte da due satelliti ciascuna. Per esempio, Sentinel-2 monitora le aree verdi del pianeta e fornisce supporto nella gestione di disastri naturali.

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 Ma diverse decine di nazioni hanno sviluppato propri satelliti di osservazione terrestre. Tra queste c’è anche l’Italia. Tra il 2007 e il 2010 sono stati lanciati i primi quattro satelliti del programma COSMO-SkyMed, che ha una doppia funzione, civile e militare. Tra il 2019 e il 2022 sono stati lanciati i primi due satelliti della seconda generazione e gli altri due seguiranno nei prossimi anni.

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 Una delle caratteristiche di COSMO-SkyMed è l’uso di un radar ad apertura sintetica, che permette di ottenere immagini molto buone rispetto alle dimensioni dell’antenna e di farlo anche di notte e con qualsiasi condizione atmosferica.

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 Oggi sono in orbita più di 1000 satelliti di osservazione terrestre, che forniscono dati sulla terra, il ghiaccio, gli oceani e l’atmosfera. Ma nei prossimi anni il numero di satelliti di questo tipo non potrà che aumentare ancora, per conoscere sempre meglio il nostro pianeta.

(fine)

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