I funerali liberali La maleducazione di chi crede nello Stato democratista non ha mai conosciuto limiti. È così per natura. Il "sistema educativo" a sovranità popolare infatti è stato messo a punto proprio a questo scopo. Da quando hanno innalzato nelle piazze gli "alberi della libertà", non hanno pensato a nient'altro che al loro pensiero, e non hanno insegnato altro (i figli d'altra parte appartengono allo Stato, è sufficiente pensarlo, ripeterlo, insegnarlo, ed è realtà). Per loro "liberale" (perversione dell'originario significato di "generoso", cioè tollerante anche alle trasgressioni finché tollerabili dalla Legge) significa aderente al pensiero collettivo secondo cui si deve essere liberi di fare ciò che si vuole, e ciò che vuole fare l'uomo rifugiatosi nel potere (armato) della massa è affermare l'ideologia "liberale", ergo: passano sopra qualsiasi cadavere per essere liberi di fare ciò che vogliono. Vedi Renato Brunetta, il nano malefico più deleterio mai conosciuto dal genere umano (perché è umano anche lui anche se non sembra), e i suoi compartitoti. Il diritto inviolabile e inalienabile di ogni essere umano è, nell'Ordinamento disordinato, una opinione "liberale": pensalo pure, finché ti è utile, finché non vuoi (e quindi, mimetizzato, anonimizzato, deresponsabilizzato nella massa, puoi decretare) che non esista; sei libero di farlo, quindi fallo, decretalo. La Corte costituzionale italiana l'ha appena affermato: loro del Diritto se ne strafottono, loro seguono l'ascienza. È così per natura di Repubblica italiana, dalla fondazione bacata da ideologia "liberale". Possono essere strafottenti, perché sono maleducati (no i gà "creansa", come che se dixe da nialtri, cioè no i xé a'l mondo tirài suxo da genitori che i gà parte ativa inte ƚa Creasion), e perché sono coalizzati in una massa aggressiva. Così non c'è da meravigliarsi se oggi si fanno i funerali di Stato per un capomafia (e per giunta comunista, cioè "liberale" allo stadio terminale) e lo si incensa a reti unificate, vaticane comprese.