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 È solo la punta dell'iceberg, ma questa notizia è propedeutica per una cosa fondamentale. Vi sblocco un ricordo: le piattaforme social, negli ultimi 4 anni in particolare, hanno usato il fact-checking a scopi politici. Piuttosto che confutare nel merito determinate posizioni contrarie alla narrativa ufficiale, si sono limitate a censurare/offuscare contenuti appellandosi al principio di autorità. E questo valeva soprattutto quando bisognava vendere la menzogna che il lockdown fosse una misura necessaria alla "salute" delle persone.

Siamo in un mondo distorto, una distorsione di prospettiva della realtà per cui si chiama controllo dei fatti ciò che controllo dei fatti non è, si chiama disinformazione ciò che disinformazione non è perché si definisce disinformazione ciò che non passa al controllo dei fatti che però non controlla i fatti. Il mondo di oggi definisce informazione "quello che l'autorità dice che..." La maggior parte di coloro che ascoltano non si domanda: "Ok, l'autorità ha detto questo... ma qual è la verità?" Questa domanda ovviamente non trova spazio nel fact-checking dato che esso è una manipolazione della realtà. Occupandosi di cose importanti, incappa quasi sempre nei fini politici e di conseguenza non riguarda quasi mai il vaglio obiettivo della realtà.
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